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La chirurgia orale è un ramo dell’odontoiatria che comprende differenti interventi chirurgici che interessano il cavo orale del paziente.
Il campo di applicazione più noto della chirurgia orale è l’estrazione dei denti del giudizio o ottavi e di tutti quei denti come i terzi molari, che spesso non riescono a venir fuori in maniera naturale per mancanza di spazio o a causa di posizione scorretta. Questo fenomeno prende il nome di disodontoiasi e, oltre a caratterizzare i già citati denti del giudizio e terzi molari può interessare canini e secondi molari superiori e la dentatura decidua.
02 Problemi legati ai denti del giudizio.
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I denti del giudizio sono gli ultimi a spuntare in un adulto. Molto spesso, la mascella e la mandibola del paziente non hanno sufficiente spazio per lo sviluppo (l’eruzione) del dente del giudizio. In questi casi, l’eruzione del dente del giudizio può essere molto spiacevole e causare gonfiori, dolore ed infiammazioni delle gengive attorno al dente. La sua scorretta eruzione può danneggiare i denti adiacenti, le gengive e l’osso, talvolta provocando la formazione di cisti o tumori. Nella maggior parte dei casi i dentisti consigliano di intervenire estraendolo.
La chirurgia orale ha raffinato le proprie tecniche chirurgiche per l’estrazione dei denti del giudizio, detti anche ottavi o terzo molare, al punto da rendere il disagio intra e post-operatorio veramente ridotto al minimo. Nella maggioranza dei casi gli ottavi hanno una posizione assolutamente simile agli altri molari pertanto la loro estrazione non presenta particolari difficoltà e non necessita di approccio chirurgico. Qualche volta i denti del giudizio possono presentarsi in inclusione o semi inclusione ossea orizzontale e perpendicolare all’asse del dente contiguo. In questi casi la loro estrazione è più problematica e richiede un metodo chirurgico ben conscio dell’anatomia della zona e della tecnica di estrazione più veloce e meno dolorosa per il paziente
03 Estrazione del dente o della radice in inclusione osteomucosa
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Se l’estrazione del dente o della radice in inclusione fosse impossibile con i metodi classici (con le pinze e le leve), è necessario operare un taglio chirurgico della mucosa mascellare o mandibolare al fine di mettere a nudo l’osso che circonda il dente o la radice inclusa. Il chirurgo orale libererà il dente o la radice inclusa operando un’osteotomia dell’osso circostante. Dopo l’intervento, il taglio operato sulla mucosa sarà suturato.
04 Asportazione di cisti o cistectomia
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Quasi tutte le cisti mascellari o mandibolari nascono dai residui epiteliali (detti di Malassez) delle strutture embrionali della guaina di Hertwing, in particolare quelle infiammatorie legate a determinati stati patologici del dente. Sebbene differenti in quanto ad origine, tutte le cisti menzionate possono causare una serie di disturbi. Tra essi i più frequenti sono: la mobilità dei denti a seguito del riassorbimento dell’osso, la deformazione mascellare o mandibolare, l’infiammazione della cisti con conseguenti ascessi che interesseranno l’area mascellare o mandibolare ed il viso, sino ai casi estremi di rottura dell’osso mascellare o mandibolare. Una semplice radiografia o una radiografia panoramica ci aiuteranno in fase di diagnosi e ci mostreranno nel dettaglio entrambe le arcate dentarie. Se la cisti è di piccole dimensioni, possiamo intervenire con anestesia locale; in caso contrario, saremo costretti ad operare in anestesia totale.
05 Osso artificiale o innesto osseo
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Per innestarvi un impianto dentale o ancorare un ponte fisso, è necessario che il vostro chirurgo orale disponga di una sufficiente quantità di osso mascellare o mandibolare sano e forte. In caso contrario, esistono vari rimedi:
l’innesto osseo autogeno – l’osso impiegato per l’innesto proviene dal medesimo paziente. In questo caso, il paziente è contemporaneamente donatore ed ricevente. Questo metodo è il migliore perché, nella maggioranza dei casi, garantisce ottimi risultati;
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l’innesto osseo alogeno – l’osso impiegato per l’innesto proviene da un’altra persona. In questo caso, donatore e ricevente non coincidono;
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l’innesto osseo alloplastico – con materiali sintetici come la ceramica di idrossilapatite, il calcio trifosfato, i polimeri, la vetroceramica e le fibre di collagene;
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l’innesto di materiale xenogeno – l’innesto avviene con materiali di specie non ossea, come il Bio-Oss, che ha soltanto una funzione osteoconduttiva. Altri materiali in commercio sono il Cerabone, il Biogen, ecc. In ogni caso, l’intervento potrà essere eseguito soltanto da uno specialista in chirurgia orale.
06 Come mantenere l’igiene orale dopo un intervento chirurgico al cavo orale?
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L’igiene orale dopo un intervento chirurgico al cavo orale è estremamente importante per evitare l’insorgere di un’eventuale infezione della ferita, ascessi o altre complicanze. Sarà il chirurgo orale a darvi i consigli giusti per mantenere l’igiene orale dopo un intervento chirurgico.
07 In che cosa consiste il procedimento chirurgico adottato per l’asportazione di cisti?
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Il procedimento operativo inizia con il raschiamento dell’osso, almeno sino all’esposizione delle pareti della cisti. Aperto il varco, la cisti va completamente rimossa con appositi strumenti chirurgici. Terminato l’intervento di asportazione, si provvede alla saturazione della mucosa.
08 Cosè l’apicectomia e come si pratica?
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L’apicectomia non è altro che la rimozione dell’apice della radice del dente.
Questa tecnica chirurgica viene più frequentemente adottata nei casi di infiammazione cronica attorno all’apice radicolare del dente, ossia nei casi di granuloma apicale.
Innanzi tutto è necessario colmare il canale radicolare con materiali specifici. Quest’operazione può essere effettuata poco prima dell’intervento di apicectomia, oppure durante l’intervento.
L’incisione praticata sulla mucosa gengivale permette di accedere all’osso. A questo punto, per raggiungere l’apice radicale, non resta che perforare con il trapano. L’apice. ed il granuloma vanno rimossi assieme, e la mucosa gengivale, terminato l’intervento, viene suturata.
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Si dice impattato quel dente mai erotto a causa un ostacolo fisico che gli ha impedito di spuntare (es.: un altro dente). Si dice ritenuto quel dente non erotto per un altro motivo, come, ad esempio, l’errata direzione del suo sviluppo, la sua posizione troppo profonda, un trauma, ecc.
10 Che cos’è l’odontotomia e come si pratica?
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L’odontotomia è una pratica chirurgica che ha lo scopo di estrarre i denti impattati e ritenuti. Viene praticata se il dente impattato o ritenuto crea problemi o rappresenta una minaccia alla salute dei denti adiacenti.
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